Alla batteria Dietro la rete Il pescatore La speranza a colori
Presentazione alla mostra "Figure e colori in Musica" di Don Luigi Ciotti

Sono colpito e ammirato da tutte quelle espressioni artistiche che restituiscono il sentimento della vita. Un sentimento che può essere di stupore ma anche di “rabbia”, di entusiasmo come, a tratti, di abbandono. Tutte emozioni che Luigi Sabatino fissa sulla tela con intensità e vigore, attraverso una pittura che cattura la vita e della sua irriducibile varietà si fa specchio.

Molti temi della sua opera li sento vicini per come da sempre ispirano la mia esistenza e l’impegno sociale che costruisco insieme a tanti altri. Il legame forte con la famiglia e il paese d’origine, l’affetto per la gente povera e in difficoltà, per i “matti”, gli esclusi, i respinti, gli stranieri, i sognatori… Questi temi – espressi in volti e storie di persone – ritornano come un “motivo” musicale di sottofondo in tutto il lavoro di Sabatino, e la musica stessa è sempre lì, fonte d’ispirazione e insieme materia viva su cui ha formato la sua identità. Racconta Sabatino del padre musicista nella banda del paese, di quella passione trasmessa a lui, bambino, e del rimpianto di non averla potuta coltivare fino in fondo. Eppure anche Luigi Sabatino sa “suonare” a suo modo, se è vero che la grossa tromba del papà, i clarinetti, le fisarmoniche e gli altri strumenti qui rappresentati, sembra di sentirli davvero modulare le melodie che un tempo lo affascinavano e hanno poi guidato il suo pennello.

Fra gli incontri fondamentali della giovinezza, anche quello con il “maestro” don Francesco, il prete cieco a cui lui “prestava lo sguardo” ricevendone in cambio insegnamenti profondi, la presa di coscienza del mondo e del proprio esserci. Musica e “cecità lungimirante” di chi guarda attraverso il cuore… E sono “vedute del cuore” quelle in cui Sabatino ritrae la “sua” Calabria e il paese natale, Girifalco, le sue strade e tradizioni. Quadri nei quali è palpabile una nostalgia che non esprime però esclusivo attaccamento alle proprie origini, ma consapevolezza che la vita cresce solo nella relazione vera, nelle comunità aperte e accoglienti. Sono radici generose, quelle cantate da Sabatino. Radici che non trattengono ma trasmettono linfa, che affondano nella terra per dare maggiore slancio ai sogni, che saldano passato e futuro, la dimensione orizzontale della storia e le aspirazioni verticali che da sempre muovono l’animo umano.

Difficile ignorare quanto possa aver influito l’esperienza dell’emigrazione, vissuta da ragazzo, nel regalare a Sabatino questo tipo di sensibilità. Una sensibilità che impregna anche le tele dedicate ai migranti di oggi. Come l’amico Kanebar, venditore ambulante sulla spiaggia di Squillace, nel cui volto meglio che in molti saggi o inchieste leggiamo tutta la dignità, la fatica, i timori e insieme le speranze delle persone che bussano ai nostri confini in cerca di lavoro e futuro. Ma che troppo spesso sono respinte da barriere reali e burocratiche, dalla nostra diffidenza ed egoismo, dal cinismo di chi sfrutta la loro povertà ed emarginazione in modo criminale.

Sta tutta qui, nello sguardo carico d’umanità e affetto per ogni espressione della vita, la forza di questa vasta galleria di ritratti. Ciascuno coglie la persona nella sua irriducibile dignità, che non dipende dalla nascita, dalla condizione sociale, dal colore della pelle o dalle fragilità che possono averne segnato il percorso. Ma a ben guardare, non è solo un sentimento di empatia e solidarietà ad aver ispirato queste opere: c’è un’ansia di giustizia che traspare dalle pennellate energiche, dai colori decisi, dagli sguardi intensi. L’aspirazione a una società che nell’accoglienza e nel riconoscimento di ciascuno trovi le basi per costruire la sua ricchezza comune. Tornano allora in mente le parole di un grande conterraneo di Sabatino, lo scrittore Corrado Alvaro, quando diceva che «la disperazione più grave che possa impadronirsi d’una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile». Con la sua arte, Sabatino vuole ricacciarlo lontano questo dubbio, vuole dirci che la vita di ciascuno di noi, se messa davvero in gioco, può aggiungere un tocco di bellezza, armonia e speranza nel grande quadro della storia.


d. Luigi Ciotti


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