Concerto fra le nuvole
DICONO DI LUI

“Il percorso umano, politico ed artistico di Luigi Sabatino si intreccia con temi di grande rilevanza sociale che hanno attraversato il nostro paese dal secondo dopoguerra ad oggi.

Sabatino nasce in terra di Calabria, a Girifalco, nel 1946 e, come molti figli del Meridione in quegli anni, emigra al nord, a Torino, nel 1959, pur mantenendo sempre un legame forte con le sue radici e partecipando attivamente a quei processi di relazione e di radicamento che così saldamente hanno integrato la comunità calabrese in questa regione, a cui ha fornito un contributo importante in termini di arricchimento umano e culturale.” (continua)

(Edoardo Di Mauro - presentazione alla mostra "La Dignità del Lavoro nei colori della Musica" - Torino, maggio 2016)


“Sono colpito e ammirato da tutte quelle espressioni artistiche che restituiscono il sentimento della vita. Un sentimento che può essere di stupore ma anche di “rabbia”, di entusiasmo come, a tratti di abbandono.
Tutte emozioni che Luigi Sabatino fissa sulla tela con intensità e vigore, attraverso una pittura che cattura la vita e della sua irriducibile varietà si fa specchio.” (continua)

(Don Luigi Ciotti - presentazione alla mostra "Figure e colori in Musica" - Torino, maggio 2010)


“Sono amico di Luigi Sabatino da circa mezzo secolo, da quando ancora ragazzo frequentava la mia galleria. Si capiva subito che aveva del talento. La sua pittura affascina e coinvolge: pur nella vastità della sua produzione, ogni opera ha qualcosa di nuovo. Il suo espressionismo è istintivo e luminoso, la pennellata nei contrasti di colori è decisa e nitida. Nel bianco-nero, poi, raggiunge risultati eccellenti con tratti pesanti e tenui allo stesso tempo. Pittore vero che non segue le mode, si realizza ricercando di volta in volta la soluzione più idonea alla sua espressione. Nella mia galleria ha allestito alcune personali ed è presente in numerose collettive.”

(Livio Pezzato - in occasione della mostra personale "Figure e colori in Musica" – Torino, maggio 2010)


“Trent’anni di lavoro [...] consentono di tracciare il profilo esauriente dell’attività di un pittore che, pur attraverso momenti espressivi formalmente differenti, ha saputo mantenere una identità concettuale omogenea e ben definita. La Vita è interpretata e raccontata da Luigi Sabatino con una tecnica mista. [...] Ideali all’uopo le tecniche utilizzate: gli stracci, il fumo di candela, i tratti di spago, i maglioni variopinti, l’acrilico a concludere le opere [...]”.

(Giovanni Ferro - presentazione della mostra “Settimana Europea” – Moncalieri, luglio 1992)


“Oli, chine, cocci e tempere nell’arte di Luigi Sabatino. [...] Nelle sue composizioni si individuano gli aspetti di un’interpretazione in cui si ravvisa il suo essere “pittore della realtà” [...]. I suoi sono in ogni caso lavori particolari, realizzati con stracci, tempere, inchiostri che conferiscono alla rappresentazione una suggestiva evidenza”.

(Angelo Mistrangelo - “StampaSera” del 26 gennaio 1991)


“[...] Mentre le quinte del palcoscenico dell’artista sono “quadri ipotetici” firmati contemporaneamente da Burri, Kokoska e Spazzapan, lo scenario della sua rappresentazione sono le sue vite parallele: quella di pittore in cui la passione per il disegno è nata con lui [...] e quella di Pittore-Ricercatore [...]. È la sua “ricerca” pittorica che lo porta oggi a riusare, come materia principale, gli stracci [...] materiale che si tocca, caldo e corporeo [...]”.

(Gioia Montanari - presentazione della mostra personale – Moncalieri, gennaio 1991)


“[...] Nelle tematiche ricorrenti si riannoda il discorso di Luigi Sabatino con il lungo periodo passato a studiare l’espressionismo tedesco e alcuni altri pittori per lui maestri interiori [...]. L’opera di Sabatino come pittore è impregnata del momento sociale: dal suo rifiuto per la monetizzazione dell’oggetto artistico alla sua esigenza di vivere in prima persona e impossessarsi di un tema prima di dipingerlo (anche se poi magari produce il suo quadro in meno di un’ora). Per questa sua necessità di conoscere, sperimenta e analizza [...], perfettamente conscio che il rapporto tra pittore e fruitore non è né modulabile né delegabile [...]”.

(Benedetto Terracini - presentazione della mostra personale – Torino, novembre 1977)


“[...] Ma se l’oggetto della pittura di Sabatino è vario (come vario è del resto il panorama della vita) il “tono” rispecchia fedelmente la sua costante ispirazione. La quale ha un paragone possibile in Spazzapan e ricorda talvolta (nel bianconero) anche Guttuso. La sua è comunque sempre una pittura di getto, che non al cervello e alla riflessione, ma alle intuizioni del sentimento affida il dispiegarsi delle forme, in un figurativismo contratto, drammatico, singolare [...]”.

(Carlo Sartori - presentazione della mostra personale – Moncalieri, ottobre 1970)


“[...] Luigi Sabatino merita di essere visto per la serietà e coerenza che pone nelle sue opere, quasi sempre polemiche, ma non “estroverse”, spesso impegnate socialmente senza però perdere la figurazione emblematica di fondo. Cromaticamente ben impostato, Luigi Sabatino è un simbolista sentimentale, in quanto le trasfigurazioni oggettive delle sue opere contengono un messaggio non recondito ma apparente, tale da essere compreso ed apprezzato”.

(Vittorio Bottino - “Cinema Sport” del 21 giungo 1969)


“[...] il disegno di Sabatino è svelto e sicuro, l’impaginazione è nitida ed il colore è sentito e reso con diligente equilibrio di toni, soprattutto nelle linee architettoniche delle case riesce ad esprimere la Sua vena pittorica che attinge ad un naturale fondo romantico non privo di una Sua forza poetica [...]”

(Adalberto Rossi - presentazione della mostra personale – Torino, gennaio 1966)


“[...] Sabatino è impegnato a sceverare nel motivo gli elementi formali atti a fornire una definizione architettonica dell’immagine [...]”.

(Marziano Bernardi - “La Stampa” del 26 gennaio 1966)


“[...] sciolti i modi del Sabatino che preferisce lavorare con una certa libertà (non immemore della felice improvvisazione d’uno Spazzapan) [...]”.

(Angelo Dragone - “Stampa Sera” del 18 gennaio 1966)


Bibliografia

CATALOGO BOLAFFI n. 7 del 1972

DIZIONARIO BIOGRAFICO DEI MERIDIONALI I Edizione del 1978

Negli anni 70 è stato chiamato a far parte della giuria in diversi premi di pittura, assieme a Marziano Bernardi, Vittorio Bottino, Luigi Carluccio, Giorgio Cavallo e altri.


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